Una raccolta di poesie che abbraccia un periodo di quasi sessant'anni. Ecco come inizia la poesia che da il titolo al libro: "Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord, / e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest. / Mi si è spenta per sempre qualche stella, svanita. / Mi è sprofondata nel mare un'isola, e un'altra. / Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli, / chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio. / ...".
L'inizio di un'altra poesia, che parla di un antico amore: "Dicono / che il primo amore è il più importante. / Ciò è molto romantico / ma non fa al mio caso./ Qualcosa tra noi c'è stato e non c'è stato, / accadde e si è perduto. / Non mi tremano le mani / quando mi imbatto in piccoli ricordi, / in un rotolo di lettere legate con lo spago / - fosse almeno un nastrino. / ..." (Il primo amore).
Non si pensi che la Szymborska scriva solo di sentimenti ed emozioni intime, personali ma universali. Le sue poesie parlano anche della Storia, che impatta drammaticamente sulla vita di moltissime persone: "Sono piombati i vagoni / che qui trasportano i nomi, / e dove poi questi andranno / e se mai scenderanno, / non chiedete, chissà, non lo so. / ..." (Ancora).
A pochi giorni dalla morte di questa originale poetessa polacca (Nobel per la letteratura nel 1996) mi piace rendere omaggio alla sua ironia, alla sua freschezza, alla gioia di vivere e di amare che si intuisce, forte e pulsante, anche quando affronta i temi più drammatici.
Nessun commento:
Posta un commento