mercoledì 22 gennaio 2014

Tempo innamorato - Gianna Manzini

Clementina è stata abbandonata da Ugo che è andato a vivere con l'amante, una vedova con due figli. Senza rancore nei confronti del marito, Clementina anzi allarga l'affetto che ha per lui alla nuova compagna e ai due bambini, ma viene tenuta a distanza, anche se Ugo non si vergogna di chiederle denaro per sostentare la sua nuova famiglia.
Il linguaggio particolare della Manzini distrae inizialmente dalla drammaticità della storia che precipita inesorabilmente verso un cupo finale.
"M'avvicinai alla vetrata che dà sull'orto. In mezzo a un'aiuola, in un abbraccio malinconico di radicchio ciondolante, un'ortensia disseccata; ma tra il fasciume dei ramoscelli sorgeva uno stelo mondo e rigido come uno stecco, reggendo un gran fiore ritardatario, verde smeraldo. Un piccione inzaccherato e tuttavia cerimonioso strascicava la coda in uno stradello, fra la ghiaia sepolta nel fango; e, dietro una rete di metallo, contro un muro che pare falso da quant'è bianco, la cresta scarlatta d'una gallina ammiccava senza convinzione. Nulla rispondeva infatti al richiamo giocondo di quel colore, che l'ortensia estatica non aveva mai visto un cielo così vicino e sognava, certo, d'essersi aperta in una nuvola. Un gatto faceva la spola fra gli spigoli della porta a vetri, e, strofinandosi gobbo di tenerezza, si raccontava a modo suo la novella dello stento."

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