La Lilla, governante toscana ormai anziana, è rimasta per certi aspetti una ragazzina: negli occhi celesti brillanti e sornioni, nelle guance rubizze, nel modo vivace e bizzarro di raccontare alla sua padrona le sue ricette più collaudate, gli episodi della sua infanzia, gli incontri della giornata. E la sua padrona si incanta a ascoltarla, va a mangiare da lei, insieme a lei va al frantoio non saziandosi mai dei racconti vibranti e dei piatti saporiti della Lilla, custode dei riti e dei segreti di una Toscana antica...come questa profumata e colorata pappa al pomodoro:
"La Lilla principiò a sbucciare i pomodori. Liberati dalla buccia, ci premeva sopra il pollice contro l'indice per far schizzare via i semi. 'Ora li sciacquo e li aggiungo al pane. Ce li metto...li rigiro...e richiudo! Ora ci metto anche l'aglio. Ci sta bene; quell'odorino d'aglio fresco appetisce! Perché io non lo fo mica bruciare. Quando ha fatto un pò di bollore, innanzi pigli l'acuto, lo levo! Lo levo presto!' La Lilla girellò per la cucina per cercare il bicchiere dove aveva messo a bagno un folto gambo di basilico bello verde lucido. 'Questo l'ho messo qui stamani. E' fresco: dà l'aroma. Gli dà quell'odorino che dice: mangiami! mangiami!' La Lilla aprì la pentolina e tra il vortice del vapore che si sprigionò, appena alzato il testo, fece cadere il dente gigante e bianchissimo dell'aglio sbucciato. Le foglioline verdi del basilico si mescolarono scherzose con l'allegria del pomodoro in una festa primaverile. E la Lilla rigirò tutto col mestolino ventennale. La pappa brontolava già, sotto la prima ebollizione."
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